In alcune circostanze, la presenza in famiglia di un figlio
vivace, iperattivo e/o
disattento può determinare grosse esperienze di stress che può compromettere più ambiti del loro funzionamento psicologico. I
fattori di stress di un genitore che si trova a vivere questa esperienza possono essere molteplici:
- a livello fisico, perché nel prendersi cura del bambino il genitore tende a farsi assorbire completamente dalla sua gestione determinando stanchezza fisica e chiusura verso i propri bisogni, di quelli del proprio coniuge e degli altri membri della famiglia;
- a livello emozionale, a causa della mancanza di senso di controllo e per la presenza di sentimenti di collera, di inadeguatezza, dolore, paura, ansia per il futuro e imbarazzo;
- a livello economico, poiché, a causa delle difficoltà relazionali, i genitori si rivolgono a specialisti e si affidano a delle terapie a loro suggerite.
Prima di avviare un intervento di sostegno sul bambino è importante che il genitore rifletta sull’atteggiamento che questi ha nei confronti delle difficoltà del figlio e delle sue reazioni emotive.
Secondo la
Terapia Razionale Emotiva Comportamentale, le reazioni emotive ai diversi eventi sono influenzate dal modo in cui la persona rappresenta, valuta e interpreta gli eventi. Supponiamo che nel rientrare a casa, dopo una lunga giornata di lavoro, scopriate che vostro figlio non ha fatto i compiti e non ha messo in ordine i giochi con si è divertito per tutto il pomeriggio.
Come vi sentireste?
Probabilmente molti risponderebbero furiosi, altri un po' arrabbiati e altri ancora potrebbero sentirsi semplicemente infastiditi. La differenza sta proprio nel modo in cui pensiamo alla situazione e, dunque, non sono gli eventi di per sé a creare sofferenza emotiva, ma il significato che diamo a tali eventi. Per tali motivi, risulta importante
riconoscere le emozioni, individuare e
correggere i pensieri dannosi (es. “
Sono un cattivo genitore”, “
La situazione non cambierà mai” etc.) al fine di sentirsi meglio e avere dei comportamenti utili e adeguati per affrontare il problema. Inoltre, cercare di mantenere la calma diventa essenziale di fronte ai comportamento problema del figlio perché, solitamente, arrabbiarsi non fa che peggiorare la situazione.
Dopo aver raggiunto un certo
autocontrollo emotivo e modificato i pensieri e gli atteggiamenti negativi, il genitore può seguire le seguenti
istruzioni basilari:
- Aumentare l’attenzione per i comportamenti accettabili e ignorare alcuni comportamenti problematici;
- Utilizzare in modo efficace le punizioni;
- Durante la giornata stabilire dei momenti particolari di gioco e attività da svolgere insieme;
- Limitare i rimproveri all’essenziale ed aumentare gli incoraggiamenti per i comportamenti desiderabili. Evitare di dire al bambino che cosa non deve fare, piuttosto esprimere che cosa desiderate che faccia spigando il motivo;
- Favorire esperienze positive di socializzazione in un ambiente che possa essere accettato e intrigare con altri bambini divertendosi;
- Dare la possibilità di muoversi liberamente in uno spazio sufficiente in diversi momenti della giornata;
- Organizzare il più possibile la giornata con routine fisse. Es: stabilire in anticipo o scrivere in una tabella l’orario per i compiti, la televisione, il gioco e le varie attività. Cercando di non modificare la routine stabilita senza prima avvisare il figlio;
- Adottare dei contratti comportamentali, ovvero, stabilire delle regole ben precise per indicare quello che ci si aspetta che il figlio faccia in certe situazioni. Mettere per iscritto tali regole e stabilire in anticipo anche le conseguenze per ogni infrazione;
- Come genitori ricavarsi alcuni momenti di “tregua”, in modo che il bambino è impegnato si possa dedicare un po' di tempo a se stessi.